Emergenza Rifiuti: L’Incendio di Via Salaria

Come è noto ai più, l’11 dicembre 2018, l’impianto di selezione e trattamento dei rifiuti in Via Salaria 981, ha preso fuoco. La sede in questione si occupava, in particolare, della gestione dei rifiuti indifferenziati, separando la componente umida, trasformata in “frazione organica stabilizzata” (FOS, ovvero materiale organico igienizzato utilizzato per le attività di copertura del terreno nelle discariche), da quella secca, destinata a diventare “combustibile derivato da rifiuti” (CDR, del cui recupero energetico si occupano gli impianti di termovalorizzazione).

L’impianto, autorizzato al trattamento di 750 tonnellate di rifiuti al giorno, aveva il compito di trattare i processi di trasformazione chimico-fisica e biologica degli stessi riducendone volume e peso e recuperandone materiali ed energia.

La struttura, negli anni ‘50 area industriale di proprietà dell’Autovox, che vi fabbricava apparecchi radiofonici, acquistata dall’Ama nel 1997, inizialmente doveva essere destinata ad accogliere uffici, un’officina e un deposito di automezzi. Divenuto in seguito centro di trasferimento del pattume da piccoli a grandi camion, nel 2010 era diventato un centro di trattamento meccanico-biologico (tmb) della spazzatura.

Roma, devastante incendio all'impianto TMB Salario: tenere le ...

Situato nel terzo municipio, che comprende, tra gli altri, i quartieri di Fidene, Villa Spada e Nuovo Salario, l’impianto ha creato sin dall’inizio non pochi problemi. I cittadini di quest’area, infatti, si sono sempre opposti all’insediamento del centro, che tra l’altro sarebbe dovuto essere provvisorio, nei pressi delle loro abitazioni.

Di fatto, nonostante le numerose indagini sulla qualità dell’aria, con particolare attenzione alla presenza di H2S (acido solfidrico), altamente nocivo da respirare, i cattivi odori esalati dall’attività della struttura e i conseguenti reclami dei residenti, il tmb ha continuato la propria attività.

Malgrado le ricerche svolte da numerosi enti, tra cui quella ad opera dell’Istituto di Ricerche Farmacologiche Mario Negri del 2012, non si è trovata una soluzione ai problemi di decoro urbano sollevati dagli abitanti della zona.

Senza tener conto del disagio arrecato alla popolazione locale, nonché dell’isolamento in cui quest’area del terzo municipio si trova, causato anche dalla presenza del centro, i sindaci e le giunte che negli anni si sono avvicendati non hanno mantenuto le numerose promesse di chiudere l’impianto o quanto meno di cambiarne la funzione.

La situazione di pericolosità del tmb, più volte segnalata, ha visto il suo apice con l’incendio del dicembre 2018, in seguito al quale ne è stata garantita la definitiva chiusura, dopo il ritiro, nel settembre 2019, dell’autorizzazione integrata ambientale (Aia) all’Ama, grazie a cui il sito non potrà più essere destinato al trattamento e allo stoccaggio di rifiuti.  

Il rogo, oltre ad aver provocato l’emissione di altrettante sostanze nocive, ha ulteriormente aggravato le già disastrose condizioni dello smaltimento di rifiuti nella capitale.

Roma, di fatto, produce ogni giorno circa 4.600 tonnellate di rifiuti, di cui solo circa duemila sono raccolte in modo differenziato. 

Le immagini dell'incendio al deposito di rifiuti di Roma - Foto 1 ...

Nonostante si sia passati dal 24,2% di raccolta differenziata nel 2011 al 42,9 % nel 2018 (rapporto annuale Ispra edizione 2019 con dati relativi al 2018), non sembra che gli obiettivi per il 2020 contenuti nella Direttiva Comunitaria dell’Unione Europea del 2008 (2008/98/CE), siano facilmente raggiungibili.

Infatti, lo smaltimento di rifiuti previsto per l’anno corrente dovrebbe essere pari almeno al 50%, ovvero a circa il 7% in più rispetto al 2018, con la sola disponibilità di tre impianti di gestione dei rifiuti che a mala pena riescono ad essere eliminati.

Al momento non sono ancora disponibili dati riguardo la produzione e la gestione della spazzatura a Roma nella situazione di emergenza sanitaria mondiale, ma ci si augura che, una volta superata la crisi, le intenzioni proposte dall’Unione Europea vengano rispettate.


A cura di Emma Sciarra

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